Si sono svolti il 15 e 16 ottobre, nel Bosco di Curadureddu, dal Museo Organica gli eventi che concludono il calendario del 2022, con una serie di appuntamenti dedicati all’arte, alla musica e all’ambiente inseriti nel programma regionale e nazionale del Festival dello Sviluppo Sostenibile.
Giunto alla sua sesta edizione, il Festival dello Sviluppo Sostenibile vuole sensibilizzare e mobilitare cittadini, giovani generazioni, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale.
Il primo evento ha riguardato l’apertura della prima edizione di foliage – festival di musica per boschi, un festival che nasce per portare la musica contemporanea nella splendida cornice autunnale del Monte Limbara. Uno spettacolo naturale tra i più fotografati al mondo, quello del foliage, da ammirare facendo passeggiate e trekking nei boschi, e ora, anche godendo della musica e di tanti altri eventi culturali grazie al nuovo festival che da questo incantevole fenomeno naturale prende il nome. Protagonisti di questa prima edizione, con la direzione artistica di Giannella Demuro, sono stati due progetti musicali.
Il primo è stato Motus Intime, progetto musicale nato dall’incontro tra il pianista tempiese Mario Ganau (piano, synth) e il chitarrista Stefano Ferrari aka Menion (guitar, electronics) e dei loro universi sonori. Motus intime, unione della parola latina motus e della parola francese intime è un “movimento emozionale degli stati interiori”, come ricerca di un’ispirazione che arriva dalle profondità dell’anima. La musica che ne scaturisce è una sintesi tra elettronica, jazz e neoclassica, caratterizzata da un linguaggio personale in cui incontrare spazi sonori ed emozionali, ispirato dalle composizioni di Arvo Part, Loscill, Christian Fennesz, Ryuichi Sakamoto, Federico Mompou, Stefano Battaglia.
Nella giornata del 16 ottobre sono state inaugurate due nuove opere site-specific installate in permanenza nel Bosco di Curadureddu che sono state illustrate dagli autori.
Cristina Meloni ha presentato l’installazione sonora Animali migranti, riflessione sulla consuetudine alla pendolarità tipico degli abitanti della Sardegna che porta l’artista a vedere l’essere umano alla stregua di un animale migratore. Meloni, seleziona registrazioni già esistenti dei versi degli animali e le altera trasformando quei versi in altro, rendendoli totalmente o parzialmente irriconoscibili, con l'idea di creare un tappeto sonoro, un richiamo innaturale che si perde tra la natura.
L’artista Pierluigi Calignano ha presentato, invece, l’opera site-specific L’atto semplice come sequenza segnica. Il lavoro parte da una riflessione su gesti ripetitivi quali il camminare, il respirare e si intesse sui tempi dettati dal ritmo generato dalla ripetizione. Frammenti di strutture arboree, rami scartati trovati nel bosco diventano, attraverso l’operazione artistica di Calignano, strutture ricostruite e ricontestualizzate in cui la natura assume una forma inedita.
Le mostre.
Resteranno aperte fino al 30 novembre, le due nuove mostre del Museo Organica: per la sezione di arte contemporanea taglia unica di Gianni Nieddu a cura di Ivo Serafino Fenu, mentre per la sezione di fotografia il Museo ospita la mostra multimediale Michele Tamponi – Percorsi di un naturalista a cura dell’associazione La Sardegna vista da vicino.
Il lavoro dell’artista Gianni Nieddu è spesso caratterizzato da una sottile paranoia classificatoria da casellario giudiziario o da entomologo pervaso da una lucida follia. Gli oggetti e l’opera finale, si caricano di senso in quella che può essere considerata una delle peculiarità della sua ricerca: il multiplo. In questa prospettiva nasce taglia unica, un’opera che si muove secondo una linea che fa della classificazione, della moltiplicazione e del rigoroso controllo dell’insieme, elementi portanti a livello formale, simbolico e metaforico. Dipinte su acetato – con una pennellata caratterizzata da severità, naturalezza e profondità tipiche della pittura zen che pone Gianni Nieddu tra i maestri della grafica contemporanea –, le trote, pur differenti nella loro livrea, sono accomunate da una dimensione più o meno simile, circa 29,94 cm. Qui scatta la trappola visiva e semantica dell’artista: distratti o catturati dalla qualità formale della pittura e dall’unicità del singolo pesce, si rischia di non dare importanza all’insieme e, soprattutto, a quel numero, a quella misura, a quella taglia apparentemente casuale e arbitraria ma, in realtà, chiave fondamentale per interpretare l’opera e il suo titolo. Un numero che uniforma le diversità e che determina un obiettivo, il raggiungimento di un traguardo: quella taglia unica fatale e irreversibile.
La mostra multimediale Michele Tamponi – Percorsi di un naturalista propone un percorso fotografico e multimediale che celebra l’opera e la vita del grande naturalista originario di Tempio Michele Tamponi.
Fondatore di Cammina Limbara, associazione costituita nel ‘97 per fare dell’escursionismo uno strumento educativo alla natura del massiccio gallurese, e socio fondatore della Associazione La Sardegna Vista da Vicino, Michele Tamponi era esperto conoscitore del Limbara e della sua flora e fauna, “catturate” e immortalate grazie alla sua passione per la fotografia. Si deve a lui la nascita del trekking urbano nella cittadina gallurese. Negli anni, le guide e gli esperti dell’associazione Cammina Limbara hanno progettato e realizzato percorsi naturalistici e archeologici, rendendo possibile e sicuro l’accesso a luoghi di grande interesse paesaggistico e ambientale per l’osservazione, il birdwatching e la documentazione fotografica. Uno dei risultati della straordinaria attività di Cammina Limbara è l’individuazione di più di venti tappe, tutte ad anello e collegate tra di loro, che, nell’insieme, coprono oltre 90 chilometri di sentieri, secondo un’altezza che varia dai 600 ai 1300 metri di quota.
La mostra Michele Tamponi – Percorsi di un naturalista vuole essere un omaggio a tali percorsi, scoperti e segnati dal naturalista, percorsi fruibili, concepiti all’insegna di un escursionismo rispettoso dell’ambiente, che si propone di valorizzare il patrimonio naturalistico, storico e culturale del massiccio del Limbara. Aprirà la mostra il documentario “Alla scoperta del Monte Limbara” realizzato dall’architetto Luigi Stazza, che rappresenta una sorta di canto d’amore tra Michele e il “suo” Limbara.