Le giornate di studi “Creazioni identitarie. Arte, cinema e musica in Sardegna dal secondo dopoguerra a oggi” affronteranno i diversi aspetti della produzione, distribuzione e fruizione in campo artistico, legate alla Sardegna contemporanea, con particolare riguardo alle manifestazioni di costruzione identitaria.
L’evento, organizzato dal CELCAM (Centro per l’Educazione ai Linguaggi del Cinema, degli Audiovisivi e della Multimedialità) e che rientra nell’ambito del progetto “Arcimusa. I beni culturali e le costruzioni identitarie: arte, cinema e musica. Il caso della Sardegna, dal secondo dopoguerra ai giorni nostri” finanziato dalla Fondazione di Sardegna, si terrà 24 e 25 marzo a Cagliari presso la sede della Fondazione di Sardegna in via San salvatore da Horta.
Le relazioni e il dibatto si avvarranno dell’apporto di studiose e studiosi di diverse discipline (antropologia, cinema, etnomusicologia, fotografia, letteratura, musicologia, semiotica, sociologia, storia dell’arte, storia contemporanea), che nel tardo pomeriggio dialogheranno con la cantautrice Elena Ledda (24 marzo) e il regista Marco Antonio Pani e l’antropologo Paolo Piquereddu (25 marzo).
I complessi meccanismi della costruzione identitaria sono spesso imperniati su processi di valorizzazione/patrimonializzazione di pratiche ritenute tipiche e caratterizzanti. Tali processi tendono a focalizzare, all’interno di scenari e strategie comunicative, determinati tratti ritenuti maggiormente rappresentativi dell’unicità di un popolo, di un gruppo, di un’entità collettiva.
È quanto si può riscontrare anche nella produzione artistica (pittura, musica, cinema e fotografia, fumetto) degli ultimi settant’anni in Sardegna, la quale, pur sviluppandosi all’interno di correnti variamente originate e orientate, tende in molti casi a includere elementi espressivi marcatamente connessi con le singolarità del patrimonio di saperi locali. Questi ultimi acquisiscono un particolare valore per il pubblico, entrando nelle narrazioni identitarie e nelle rappresentazioni di appartenenza culturale con effetti di riconoscimento a livello sia interno (il pubblico isolano si riconosce in tali rappresentazioni) sia esterno (il pubblico non sardo, a partire da queste rappresentazioni, identifica un determinato carattere).
In campo artistico, sin dai primi anni Cinquanta, l’apertura alle ricerche contemporanee svolte nella penisola si è integrata, nei lavori di alcune personalità di spicco, con un costante riconoscimento delle radici isolane, riferendosi a un sostrato arcaico e mitico, fino a eleggere, in alcuni casi, l’insularità come condizione privilegiata. Nell’ambito della musica d’arte, l’elemento sonoro o musicale sardo trova forme di ricezione compositiva, in cui esso è struttura del linguaggio e dello stile dell’opera, anziché ornamento o colore.
Sul versante della popular music si possono citare i casi di star della scena nazionale che cantano in sardo, tornano a cantare in sardo o che, entro un discorso musicale appartenente al mainstream popular internazionale, introducono elementi sonori o linguistici che rimandano alle peculiarità culturali dell’isola. L’elemento identitario risulta centrale anche nello sviluppo del jazz in Sardegna, accompagnato dalla fioritura di rinomati festival e dalla fama mondiale di jazzisti isolani. Nel cinema, infine, è rilevabile una produzione che da un lato consolida caratteri di derivazione deleddiana con opere di autori provenienti dal Continente, dall’altro rompe gli schemi della visione di matrice letteraria per cogliere caratteri peculiari: così già in ‘Banditi a Orgosolo’ di De Seta, prodromico del filone che si affermerà all’inizio del Millennio per raccontare l’isola da una prospettiva interna.
Il progetto di ricerca caratterizzato da multidisciplinarità e l’interdisciplinarità degli approcci intreccia due livelli: la ricognizione e l’approfondimento di casi esemplari in cui si riscontrano processi di valorizzazione di elementi espressivi che rinviano al legame con la singolarità culturale sarda; l’indagine sulla ricezione nell’isola di tale produzione e i discorsi su di essa, attraverso la raccolta di testimonianze ad hoc (interviste) e di fonti d’archivio.