Sarà l’isola de La Maddalena la cornice dell’inaugurazione della XXI edizione della fabbrica galleggiante dei TEATRIDIMARE. L’8 giugno, infatti, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, si aprirà la nuova stagione del progetto che, con una formula che con la sua formula peculiare in oltre vent'anni ha navigato per più di 33.000 miglia di mare, con spettacoli nei porti e nelle banchine della Sardegna, della Corsica, della Toscana, del Lazio, della Liguria, della Calabria, ma anche oltre, in Norvegia e in Grecia.
“E se nella formula tradizionale dello spettacolo è il pubblico che va in teatro – spiegano gli organizzatori - con i TEATRIDIMARE l'equazione si capovolge originalmente con il teatro che va dal pubblico: una dinamica quanto mai attuale oggi, che centralizza l'esperienza teatrale attraverso l'utilizzo della barca come palcoscenico”.
La compagnia di attori-marinai, capitanati dal regista Francesco Origo, darà inizio alla nuova stagione con lo spettacolo “Arlecchin dell’onda”, di Enrico Bonavera, con Barbara Usai e Giaime Mannias e lo stesso Bonavera. Si tratterà del primo di una lunga serie di appuntamenti – nella rotta progettuale VERSO SUD - che porteranno la barca dei Teatridimare dalla Sardegna, alla Sicilia, fino a Lampedusa, a fine settembre.
L’opera.
Arlecchin dell’onda
Una molteplicità di situazioni ha ispirato, alla fine del XVIII secolo, un grande autore veneziano, Carlo Gozzi, nella la creazione delle sue Fiabe Teatrali, in cui i vari Pantalone, Arlecchino, Brighella e compagnia, venivano trasportati, dal natio suolo italico, nei territori di Oriente ed Africa, in un contesto onirico e favolistico.
È da questa libertà di reinvenzione e di ricollocazione del mondo delle maschere che nasce l'idea di portare quei personaggi in nuove vicende e creare per loro nuovi lazzi e monologhi, più attinenti al nostro mondo contemporaneo.
In particolare, se esiste una strada aperta al contatto tra diverse popolazioni è proprio il mare Mediterraneo, culla perenne di culture diverse che nel tempo si sono incontrate, scontrate, contaminate e trasformate.
Ecco così che in “Arlecchin dell’onda” troviamo un Pantalone mercante di nuovi schiavi, profittatore dei flussi migratori, un Capitan Matamoros che abbandonato il suo cavallo si è imbarcato, credendosi novello pirata, su un peschereccio; o un Arlecchino che, spinto dalla fame a cercare fortuna a Genova, lavora come scaricatore nel porto e altri ancora. Ma troviamo, soprattutto, Carolina e Pulcinella, separati dagli eventi ma ricongiunti da un tragico comune destino.
Tra racconti veri, veritieri o immaginari, musiche antiche e lazzi delle maschere, “Arlecchin dell’onda” si propone come uno spettacolo comico e al tempo stesso commovente, una divertita e amara riflessione sulle radici contraddittorie e le storie della nostra cultura mediterranea.