Lo hanno chiamato “community hub” ma il concetto in italiano lo spiega meglio: fare aggregazione sociale attraverso la solidarietà reciproca. È il progetto “DomuMia” che, grazie al contributo di Fondazione di Sardegna, ha recuperato un fabbricato nel comune di Muravera e ne ha fatto un luogo che serve, di volta in volta, a centro di accoglienza, ambulatorio medico gratuito per chi non ce la fa, mensa per i poveri, luogo di distribuzione viveri, spazio di reinserimento per detenuti in misura alternativa e tanto altro.
Il progetto abbraccia 4 comuni (oltre a Muravera ne fanno parte San Vito, Villaputzu e Villasalto) e sei associazioni del terzo settore: Il Fenicottero Onlus (capofila del progetto), Amici di Fra Lorenzo Onlus, Associazione Promozione Turistica Apt Costa Rei, Comunità Di Sant’egidio Sarrabus-Gerrei, Euricse e Solidarietà Onlus Sarrabus.
L’iniziativa ha ricevuto anche il sostegno di Fondazione con il Sud, attraverso il Bando
Volontariato, il cui obiettivo è rafforzare il ruolo del Terzo settore come intreccio di forze nelle «aree interne» del Mezzogiorno. Con “DomuMia” si prevede di coinvolgere nei propri servizi oltre 3.500 persone (tra anziani, disabili e giovani) e saranno attivati 125 nuovi volontari (anche attraverso percorsi di restituzione alla comunità che coinvolgeranno i beneficiari di progetto). Fino ad oggi sono state molte le azioni di rilievo. Nella fase di emergenza Covid-19, ad esempio, grazie anche al contributo del Consorzio Alimentis, sono stati distribuiti quintali di cibo o come il recupero dell’antico contratto di scambio della tradizione sarda “ammanutorrada”: non un semplice baratto, ma l’aiutarsi reciprocamente. Inoltre sono state attivati un internet point, la distribuzione di farmaci e beni prima necessità, un ambulatorio leggero e una piccola foresteria per emergenze abitative. L’emergenza da Coronavirus ha invece impedito lo sviluppo dello scambio di esperienze con altri territori. Ma l’appuntamento è solo rimandato: in programma, infatti, ci sono delle visite di studio in altri centri come Torino (es. Rete delle Case del Quartiere) e Venezia (es. progetto “Turismo Sociale ed Inclusivo nelle Spiagge”) per approfondire il funzionamento delle “migliori pratiche” che il progetto intende prendere a modello e trasferire sul territorio.