Dal 19 dicembre 2024, presso la Sala Contemporanea dello Spazio Opificio a Sa Manifattura di Cagliari, apre al pubblico la mostra “Hey, Jonny”, un’esperienza immersiva che esplora l’incontro tra arte, emozioni e tecnologie digitali.
La mostra è il secondo appuntamento di Artificio, il programma sperimentale promosso da Innois con Opificio Innova e con il contributo della Fondazione di Sardegna che prevede un programma triennale di esposizioni laboratoriali incentrate sull’Intelligenza Artificiale, con laboratori e incontri pubblici con i protagonisti dell’IA e della rivoluzione digitale.
L’esposizione, firmata dall’artista Giovanni Motta, ruota attorno a JonnyBoy, il suo alter ego artistico. Questo personaggio, ispirato al bambino interiore che vive in ognuno di noi, invita i visitatori a intraprendere un viaggio tra memoria e futuro, riscoprendo emozioni spesso dimenticate nella frenesia della vita quotidiana. Attraverso sculture, tele e installazioni interattive, il pubblico potrà immergersi in un universo estetico che intreccia pittura iperrealista, elementi digitali e tecnologie avanzate.
Parallelamente alla mostra, il progetto Artificio prevede attività collaterali come laboratori creativi digitali e workshop dedicati a giovani talenti. Questi percorsi formativi sono pensati per avvicinare i partecipanti all’utilizzo dell’intelligenza artificiale per creare testi, immagini e video, ampliando i confini dell’immaginazione artistica.
L’artista
Giovanni Motta è un pittore e artista digitale, Neo-Pop-surrealista, che integra elementi del surrealismo con un'estetica pop contemporanea. Attraverso il suo alter ego JonnyBoy, un personaggio in stile cartoon, esplora tematiche legate al bambino interiore. La ricerca artistica di Giovanni Motta si focalizza sull'indagine delle emozioni primordiali, utilizzando JonnyBoy per rappresentare queste sensazioni.
Le opere di Giovanni Motta mirano a creare un dialogo con l'osservatore, invitandolo a riscoprire il proprio io interiore e a confrontarsi con emozioni spesso dimenticate. Un elemento centrale della pratica artistica di Giovanni Motta è la meditazione regressiva, che usa per viaggiare nel passato e cercare elementi come oggetti transizionali, scenografie e colori, per poi inserirli nelle sue opere.