iGRAL, si è svolto a Tempio l’evento finale sulle nuove prospettive per la gestione sostenibile dei terreni montani abbandonati

iGRAL, si è svolto a Tempio l’evento finale sulle nuove prospettive per la gestione sostenibile dei terreni montani abbandonati

Favorire il recupero e la valorizzazione di territori abbandonati nella montagna alpina e mediterranea: questo l’obiettivo del Progetto iGRAL che ha messo a punto sistemi innovativi di pascolamento con razze bovine rustiche da carne, quali la razza Highland e la razza Sarda.  

Si è svolto lo scorso 10 marzo, a Tempio Pausania, l’evento finale del progetto con oltre cento iscritti tra tecnici, operatori del settore e aziende agrarie. I partecipanti hanno discusso i risultati trattando i temi delle complesse relazioni tra i sistemi di allevamento oggetto di studio e la conservazione dell’ambiente, le produzioni foraggere e zootecniche, la qualità della carne e la sostenibilità socio-economica.  

 

Nella prima parte dell’incontro, i ricercatori del progetto iGRAL hanno animato una tavola rotonda, moderata da Sante Maurizi dell’Università di Sassari, in cui i principali risultati del progetto sono stati condivisi con un pubblico prevalentemente di ricercatori e tecnici degli enti locali e territoriali. Nella seconda parte, è stato dato ampio spazio ad interventi del mondo dell’imprenditoria con illustri esempi del sistema di produzione della carne bovina, tra cui l’azienda Granda Quality Food per la razza Piemontese e la Cooperativa Produttori Arborea per la filiera del bovino sardo.  

 

L’evento si è aperto con il saluto di benvenuto di Valeria Sipala in rappresentanza della Fondazione di Sardegna, tra le Fondazioni sostenitrici del progetto, che ha evidenziato l’importanza di produrre e condividere le conoscenze e le innovazioni che la ricerca scientifica di qualità produce per favorire lo sviluppo socio-economico dei territori. A seguire, Valentina Cairo, project manager di Ager-Agroalimentare e ricerca, ha illustrato alcuni tra i progetti più significativi in ambito agroalimentare sostenuti in quattordici anni dal raggruppamento di Fondazioni che aderiscono ad Ager.  

 

Entrando nel merito del progetto e dei suoi risultati, Giampiero Lombardi dell’Università di Torino, e coordinatore di iGRAL, ha presentato il contesto e gli obiettivi del progetto, che mira, in ultima battuta, a disincentivare l’abbandono delle aree agricole di montagna. Come riportato da Marco Pittarello, dell’Università di Torino e da Marco Acciaro di AGRIS Sardegna, la gestione pastorale con le razze Highland e Sarda ha dimostrato una enorme potenzialità per il recupero di aree degradate per eccessiva diffusione di specie vegetali invasive non appetibili, come l’ontano verde in Piemonte e il rovo e la felce aquilina in Sardegna. L’utilizzo di punti attrattivi a base di melasso per richiamare in determinate aree i bovini rappresenta una novità nell’ambito della gestione pastorale in montagna ed ha amplificato l’azione benefica del pascolamento. Come sottolineato da Simonetta Bagella dell’Università di Sassari, questa innovativa gestione pastorale ha anche un ruolo cruciale sulla conservazione della biodiversità vegetale, altrimenti minacciata dall’abbandono. Grazie agli studi di Marcello Verdinelli del CNR di Sassari è stato dimostrato che le comunità di formiche sono ottimi indicatori biologici della qualità ambientale.  

 

Nella sessione pomeridiana, sono stati presentati e discussi i risultati delle ricerche sul sistema di produzione di carne bovina “grass-fed” in cui gli animali vengono allevati impiegando quasi esclusivamente erba di pascolo, dimostrando un impatto significativo sulla qualità nutrizionale della carne. Maria Sitzia e Margherita Addis di AGRIS Sardegna hanno evidenziato i vantaggi nutrizionali e qualitativi del sistema di allevamento all’erba. Anche se determina minori tassi di accrescimento giornalieri rispetto al sistema di ingrasso, per cui per raggiungere lo stesso peso i bovini allevati ad erba richiedono circa 2 mesi in più, la carne presenta un profilo lipidico migliore e in particolare aumenta il contenuto di acidi grassi polinsaturi ad elevato valore nutrizionale delle serie omega 6 e omega 3. Nelle carni analizzate il rapporto nutrizionale tra questi due acidi grassi è inferiore a 4, raccomandato per una dieta sana, con un ridotto rischio cardiovascolare, infiammatorio, e cancerogenico. 

 

 I risultati raggiunti confermano la validità del sistema innovativo testato da iGRAL, che oltre agli aspetti qualitativi e produttivi, restituisce un’immagine del sistema zootecnico legato al benessere degli animali e alla conservazione dell’ambiente e del paesaggio, parametri verso i quali il consumatore ha sviluppato attualmente particolare sensibilità. A questo proposito, Luciano Gutierrez dell’Università di Sassari ha portato i risultati di un’indagine su un campione di oltre 900 consumatori sulla propensione nei confronti della carne grass-fed. Dal test sono emerse la disponibilità a pagare un valore addizionale per l’acquisto di questo prodotto di circa 2,85 euro al chilogrammo; una forte associazione tra carne grass-fed e la percezione di migliori proprietà nutrizionali; infine, la necessità di una certificazione di qualità per lo sviluppo futuro della filiera. 

 

La registrazione dell’incontro è disponibile sul canale YouTube del Dipartimento di Agraria  

dell’Università di Sassari. 

progettoager.it 

Related

Rimani sempre aggiornato sugli eventi della Fondazione