Ha preso avvio il 7 febbraio la prima residenza artistica di The Last Lamentation, di Valentina Medda, Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (XI edizione, 2022).
Il progetto sarà presentato in un incontro pubblico il 9 febbraio alle 18.30 al Museo Man di Nuoro.
Interverranno l’artista, Chiara Gatti, direttrice Museo Man di Nuoro, Maria Paola Zedda, curatrice del progetto, Giulia Muroni, curatrice di Sardegna Teatro.
Vincitore dell’XI edizione (2022) di Italian Council - programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, The Last Lamentation di Valentina Medda è un progetto artistico che indaga la tradizione del pianto rituale nel Mediterraneo, collocandola al centro della riflessione contemporanea.
Il lavoro, curato da Maria Paola Zedda, si articola intorno alla questione delle migrazioni e delle diaspore dai Sud del mondo che vedono trasformare il Mediterraneo in un luogo di attesa, sospensione, trapasso, in uno spazio solido di incarnazione dell'assenza. Il farsi corpo del mare si concretizza attraverso la messa in scena di un rituale che si ispira ai pianti funebri del bacino del Mediterraneo, tema su cui l'artista ha iniziato a ricercare durante una residenza a Beirut.
Crocevia delle diaspore attuali, il mare è qui concepito come luogo di accoglienza e deposito dei corpi e anche come corpo in sé che tesse e documenta le lamentazioni funebri antiche e contemporanee attraverso la ricostruzione corale di un rito realizzato con il coinvolgimento di donne locali e migranti.
Il progetto è realizzato da un partenariato internazionale che lega ZEIT (capofila), Museo MAN di Nuoro, Teatro di Sardegna, Arts Centre 404 /VierNulVier (Ghent, BE), Flux Factory (NYC),
Sarà realizzata con la collaborazione della Fondazione Sardegna Film Commission, sostenuta da ARS - Arte Condivisa in Sardegna per la Fondazione di Sardegna (sponsor di progetto).
Acquisita dal Museo MAMbo di Bologna, città di residenza dell’artista, l’opera sarà promossa attraverso presentazioni e mostre presso Arts Centre 404 /VierNulVier, e Flux Factory di New York e presentata a Milano grazie alla partnership culturale di Careof, a Bari al BIG Bari International Gender Festival, in Puglia presso RAMDOM, Sa Manifattura ed Exmà a Cagliari.
L’artista è supportata per il progetto dalla rete di larga scala Stronger Peripheries – A Southern Coalition.
The Last Lamentation è un progetto di Valentina Medda che si articola intorno alla questione delle migrazioni e delle diaspore dai Sud del mondo che vedono trasformare il Mediterraneo in un luogo di attesa, sospensione, trapasso, in uno spazio solido di incarnazione dell'assenza. Il farsi corpo del mare si concretizza attraverso la messa in scena di un rituale che si ispira ai pianti funebri del bacino del Mediterraneo, tema su cui l'artista ha iniziato a ricercare durante una residenza a Beirut.
L'opera, concepita come un lavoro video della durata di 20’ circa, si struttura attraverso una raccolta di materiali e una ricerca legata ai saperi femminili della collettivizzazione della cura. La fase di lavorazione si articola principalmente in Sardegna, terra d’origine dell’artista, dove alcune delle forme tradizionali citate ancora sopravvivono, pur in una fase prossima all’estinzione, ricostruendone la memoria. L’isola, al centro del Mediterraneo, diventa concettualmente snodo tra i Nord e i Sud del mondo, riverberando attraverso il video la potenza connettiva di un’azione e di un canto corale che, attraverso l’atto di promozione internazionale che coinvolge musei e istituzioni culturali da costa a costa, raggiunge come una camera a eco l’intero bacino del Mediterraneo.
Il video ricostruisce un’azione rituale, in cui venti donne vestite di nero si rivolgono al mare, come in atto di preghiera, eseguendo una partitura sonora e coreografica ripetitiva e ipnotica, che rielabora in forme contemporanee e astratte i codici rituali. Semplici gesti e suoni collegano il lamento sardo con quello dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, dando vita a un pianto condiviso che attraverso il corpo racconta le tragedie del mare. Alternando il dettaglio dei volti, delle mani, degli occhi a campi lunghi che mettono in primo piano la vastità del mare, le immagini seguono il movimento di corpi che, come ombre e presenze scure, punteggiano il paesaggio, costruendo un segno calligrafico che ricorda il volo di uno stormo.
La partitura dei gesti utilizza i codici della danza ibridata di segni provenienti dal patrimonio archeologico ed etnografico, secondo un percorso di ripetizioni e crescendo che, in un loop mai identico, mira a trovare un momento di climax e di cura. Le performer presenti saranno individuate attraverso un casting che coinvolge i soggetti del territorio e le associazioni legate alle migrazioni. Il canto, ricostruito sulla base di registrazioni, testimonianze attuali e ricerche condotte a partire dai materiali della Cineteca Sarda e del Museo Etnografico di Nuoro, si aprirà alla dimensione del contemporaneo grazie all'incontro con artisti locali di fama internazionale con cui Medda è in dialogo. I costumi riprendono gli elementi della tradizione, trasformando l’abbigliamento quotidiano in vestito del lutto e il vestito in oggetto di scena, in un corpo che diviene abito, e ricuce, nella sua assenza, forme rituali e intime di prossimità.
L’artista.
Valentina Medda è un'artista interdisciplinare sarda di base a Bologna. La sua pratica artistica si snoda tra immagine, performance e interventi site-specific, indagando la relazione tra pubblico e privato, corpo e architettura, città e appartenenza sociale. Il suo lavoro e stato esposto e gira in contesti artistici e performativi nazionali e internazionali da Bologna, Milano, Cagliari a Parigi, New York, Beirut, Bruxelles e Amsterdam. È stata artista in residenza presso VOORUIT di Gent, BAR di Beirut, Cité des Arts, Parigi, Flux Factory, NY, Les bains connective, Bruxelles, MaisonVentidue, Bologna. Nel 2019 è stata invitata al Grand Tour d'Italie, progetto di networking internazionale della Direzione Generale Contemporanea del Ministero della Cultura. Ha ricevuto, tra gli altri, il Fondo Cimetta per la mobilità artistica, Movin up della Regione Emilia Romagna, IAP Mentorship della NYFA -New York Foundation for Arts e Tina Art PRIZE. Il suo progetto Cities by Night Across Borders, è stata selezionato tra i 19 vincitori del programma europeo "Perform Europe".