I Pomeriggi della Fondazione, il 18 febbraio un convegno per ricordare Paolo Fabbri

I Pomeriggi della Fondazione, il 18 febbraio un convegno per ricordare Paolo Fabbri

La figura di Paolo Fabbri – con Umberto Eco uno dei padri della Semiotica italiana – verrà ricordata venerdì 18 alle 17.30 nell'auditorium di via San Salvatore da Horta 2 a Cagliari per I Pomeriggi della Fondazione di Sardegna. Titolo dell'incontro: “Tanto di cappello, Paolo Fabbri e i segni della Moda”. Con Simonetta Franci Fabbri (sociologa della moda e vedova del grande intellettuale) ne parleranno Isabella Pezzini, Franciscu Sedda e Bianca Terracciano, semiologi delle università di Roma La Sapienza e Cagliari. Modera il dibattito Giacomo Mameli. Da Mosca, dove è in corso una sfilata, invierà un messaggio audio lo stilista Antonio Marras che Fabbri aveva conosciuto per una tesi di laurea sullo stilista algherese. 

Per l'ingresso nell'auditorium verranno rispettate le norme Anti Covid in vigore. 

 

Paolo Fabbri è stato uno dei maggiori studiosi di Semiotica in Italia, con Umberto Eco un precursore degli studi legati a questa disciplina. Dopo la laurea in Giurisprudenza a Firenze, nel 1962, si trasferisce a Parigi, all'Ècole Pratique des Hautes Ètudes dove segue i corsi di Julien Goldman, Roland Barthes e Algirdas Greimas che diviene il suo Maestro. Un incontro decisivo e destinato a sviluppare un'intensa collaborazione che portò alla fondazione, a Urbino, del Centro internazionale di Scienze semiotiche con Carlo Bo e Pino Paioni. In Italia ha insegnato a Firenze, Urbino, Bologna, Palermo e Venezia, dove ha terminato la sua carriera accademica. Nel mondo ha insegnato e tenuto conferenze a Berkeley, Parigi, Istanbul, Toronto, Los Angeles, Caracas, Città del Messico, Lima, Santiago, Madrid, Bilbao. Dal 1992 al 1996 ha diretto l'Istituto italiano di Cultura a Parigi. È stato, dal 1998 al 2001, presidente del corso di laurea in Discipline delle arti, musica e spettacolo. Nel 2013 ha assunto la direzione del Centro internazionale di Scienze semiotiche, incarico mantenuto fino al 2020, anno della sua scomparsa. Sul Corriere della Sera, Paolo Di Stefano lo ha ricordato come “la vera intelligenza teorica della semiotica contemporanea”. 

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