La Fondazione di Sardegna ha pubblicato nella sezione “Documenti di Programmazione” del proprio sito il Documento Programmatico Annuale 2025 e il Documento Programmatico Pluriennale 2025-2027. I documenti confermano la solidità patrimoniale dell’ente e una visione strategica volta a potenziare l’impatto delle risorse sul territorio sardo.
Per il 2025 è previsto un investimento di 36,5 milioni di euro nei settori dell'educazione, della ricerca, della cultura, dello sviluppo locale e del volontariato, con un totale di 115 milioni di euro per il triennio 2025-2027. Le erogazioni, attraverso un incremento del sostegno ai progetti pluriennali, consentiranno di accompagnare iniziative con orizzonti più ampi, garantendo interventi duraturi e capaci di generare cambiamenti concreti. Inoltre, è previsto un maggiore impegno nell’attività di monitoraggio e valutazione delle iniziative sostenute, per garantire la massima efficacia delle risorse impiegate. Il piano approvato include un’attenzione particolare per il settore educativo, grazie ai bandi dedicati alla tecnologia e ai patti educativi di comunità, e prevede un approccio graduale estendibile anche ad altri ambiti per un coinvolgimento attivo delle istituzioni pubbliche e private.
“La strategia della Fondazione di Sardegna si basa su una visione di lungo termine, dove la stabilità patrimoniale e la sostenibilità delle erogazioni si uniscono per generare un impatto duraturo e concreto sul territorio – ha dichiarato Giacomo Spissu, Presidente della Fondazione di Sardegna. – L'obiettivo è che i progetti sostenuti non siano solo risposte a problemi e necessità contingenti, ma contribuiscano alla costruzione di una società più equa e inclusiva, offrendo maggiori opportunità. In questo modo la Fondazione vuole accompagnare, nei limiti delle risorse disponibili, le trasformazioni sociali ed economiche della Sardegna attraverso un percorso partecipato, stimolando lo sviluppo del capitale umano e culturale dell’isola. I campi principali di intervento e le risorse sono quasi equamente ripartiti nei settori dell'educazione, della ricerca, della cultura, dello sviluppo locale e del volontariato. In questo modo la Fondazione punta a ridurre i divari educativi e a promuovere l’innovazione e la coesione sociale”.